XVI Premio Carver 2018

XVI Premio Carver 2018

11 febbraio 2019

A Valerio Vigliaturo e Dario Neron il Contropremio Carver 2018

Sono “Dalla parte opposta” di Valerio Vigliaturo (Augh!) e “Doctor reset” di Dario Neron (Il Camaleonte) i vincitori della sedicesima edizione del contropremio Carver 2018. Per la saggistica il premio è andato a “Le strategie dell’oblio. Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016” di Alessandro Izzi (Universitalia). Mentre nella poesia il primo premio è andato a “Innesti” di Grazia Frisina (Nomos).

L’evento di presentazione delle cinquine dei libri finalisti si è tenuto a Lucca presso il caffè letterario Lucca Libri. Il pomeriggio letterario, curato da Andrea Giannasi, ha visto i quindici finalisti delle tre sezioni incontrare i lettori e cercare di raccontare il proprio stile, la propria scelta, le debolezze e i sogni.

Giannasi, fondatore del Carver “che legge i libri e non premia i nomi o i marchi ma le scritture”, ha tenuto a ricordare che la cinquina della narrativa dell’edizione 2018, ha messo in difficoltà, per l’alta qualità dei libri, la giuria. Con Vigliaturo e Neron il gruppo era composto da grandi autori come: Peppe Millanta presente con “Vinpeel degli orizzonti” (Neo), Giuseppe Imbrogno con “Il perturbante” (Autori Riuniti) e Davide Rosso con il romanzo “La Perseveranza” (Italic & Pequod).

Un filo unico attraversa i cinque romanzi con uomini fragili di fronte alla difficoltà di amare e ad una società del consumo destinata a ripetere in un incessante, ma catartico e utile alla rotta, tracciato in loop. E non solo gli affetti e i sentimenti si fanno seriali, ma diventa fordiana la pratica del consumo del sesso, così come dell’alcol o delle droghe, non più propedeutiche ad una fuga ma gestite come veri e propri atti di resistenza al dolore.

I personaggi sono destinati tutti a ritrovarsi forse a Dinterbild inseguendo la soluzione liberatoria proposta da un bambino visionario e immacolato.
Per la saggistica oltre al vincitore da ricordare anche il saggio di Antonella Fimiani dal titolo “Donna della parola. Etty Hillesum e la scrittura che dà  origine al mondo” (Apeiron), il lavoro sul contrasto alla violenza di genere di Valeria Montaruli  e  Marialuisa Vallino dal titolo “Artemisia e le altre: miti e riti di rinascita nella violenza di genere” (Armando). Completavano la cinquina i saggi di Cristiana Boido sulla fenomenologia di Manuel Agnelli e lo studio su Mirella Freni, Leone Magiera e Luciano Pavarotti di Micaela Magiera.

Infine la poesia. “Zircone” di Daniel Skatar, così come le raccolte di Carla Mussi, Carla De Angelis, Alessandro Trionfetti, completano il lavoro della giuria intorno alla galassia poetica. Sempre in movimento sempre a caccia per trovare il perché si scrive così tanta poesia oggi, ma alla fine sene legge sempre meno.
Appuntamento alla diciassettesima edizione del contropremio Carver unico in Italia che legge i libri e premia non i nomi o i marchi editoriali. Un vanto di qualità che fa del Carver – che ormai ha preso radici a Lucca – un premio letterario difficile da vincere e che dal 2003 è un vero e proprio laboratorio letterario.

 

 

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12 dicembre 2018

Contropremio Carver: la premiazione il 9 febbraio

Sabato 9 febbraio 2019 a Lucca alle ore 15 alla libreria Caffè letterario LuccaLibri, si terrà la premiazione della sedicesima edizione del Contropremio Carver.

Sono quindici, divisi tra narrativa, poesia e saggistica, i libri che si contenderanno il premio. Anzi il Contropremio perché il Carver è nato a Roma nel 2003 proprio con l’idea di leggere libri e scegliere i migliori senza guarda il nome sulla copertina o il marchio editoriale.

E negli anni questa scelta ha dimostrato di andare nella direzione giusta visto che sono molti i vincitori o i finalisti del Carver che stanno facendo carriera nel mondo della scrittura. Non certo merito del Contropremio, ma dell’idea di non premiare sempre i soliti nomi o di non andare nella direzione del flusso del mercato.

Il Carver è un premio di nicchia, riservato a pochi e destinato a pochissimi. Infatti saranno consegnati solamente tre premi ai tre vincitori di ogni sezione. Dunque da quest’anno nessuna menzione o premio speciale. Già essere nella cinquina è segno di prestigio.

«Quest’anno, soprattutto per la narrativa – scrive Andrea Giannasi che del premio è il coordinatore – raggiungere la cinquina dei finalisti non è stato facile. Alla fine sulla scrivania sono rimasti libri che raccontano il nostro presente, attraverso stili, contenuti, forme e narrazioni di altissima qualità. Di alcuni dei finalisti sentiremo presto parlare a livello nazionale perché la forza della scrittura emerge e diventa flusso utile a capire il contemporaneo. Ecco la narrativa “utile” che ci piace. Queste cinquine diventano consigli di lettura di buoni libri senza ingannare il lettore. Perché, e di questo ne sono convinto, per troppi anni questo è stato frodato, abbindolato, circuito, intorno a bei libroni che valevano meno di un pezzo di carta straccia.»

La cerimonia di premiazione – che in realtà è occasione di confronto e di discussione letteraria – si tiene per il secondo anno consecutivo a Lucca.

Ma veniamo ai finalisti.

Per la sezione narrativa:

Vinpeel degli orizzonti di Peppe Millalta (Neo.);

Dalla parte opposta. L’amore, l’immortalità e l’altrove di Valerio Vigliaturo (Augh! Edzioni);

Il perturbante di Giuseppe Imbrogno (Autori Riuniti);

La perseveranza di Davide Rosso (Italic Pequod);

Doctor reset di Dario Neron (Il Camaleonte edizioni);

 

Per la sezione saggistica sono in finale:

Le strategie dell’oblio. Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016 di Alessandro Izzi (Universitalia);

Donna della parola. Etty Hillesum e la scrittura che dà origine al mondo di Antonella Fimiani (Apeiron);

Artemisia e le altre. Miti e riti di rinascita della violenza di genere di Marialuisa Vallino e Valeria Montaruli (Armando editore);

Fenomenologia di Manuel Agnelli di Cristiana Boido (Dissensi);

La bambina sotto il pianoforte. Storie d’amore e di musica nella Modena di Mirella Freni, Leone Magiera e Luciano Pavarotti di Micaela Magiera (Artestampa).

 

Infine per la sezione poesia in finale sono arrivati:

Mi fido del mare di Carla De Angelis (fara editore);

Zircone di Daniel Skatar (Campanotto editore);

Sottotraccia di Alessandro Trionfetti (Ensemble);

Sconto di pena di Carla Mussi (puntoacapo editrice);

Innesti di Grazia Frisina (Nomos edizioni).

 

5 ottobre 2018

La sedicesima edizione del Contropremio Carver e i primi verdetti della giuria (edizione 2018)

Leggere un libro è affare semplice. Si trova un posto comodo, si cerca il silenzio e si scava. Certo è che non a tutti piace la roccia, ma neppure la sabbia, o la terra dolce. Si può dire che ogni lettore ha il proprio piccone e pala e chiede il grado di fatica che più gli è vicino. Pretende, ovviamente, il lettore, non certo di trovare sempre il filone d’oro, ma di veder corrisposta la fatica.
La fatica nera di scrivere alla fatica bianca della lettura.
Un contropremio si anima tra vecchi album e tanti appunti e scava, e cerca. Per questo lo scontro si fa quasi incontro tra giudizi e pareri, tra libri amati e libri odiati.
Da sedici anni il Carver – nato a Roma nel 2003 – senza cercare clamori, luci e perline colorate, ha letto e cercato di trovare buoni libri per spingere avanti la scrittura.
In altre parole ecco cosa è venuto fuori fino a questo momento.

Per la sezione narrativa la giuria ha proposto dieci libri che dopo una seconda lettura diventeranno cinque. In prefinale sono arrivati:

Vinpeel degli orizzonti di Peppe Millalta (Neo.);

Dalla parte opposta. L’amore, l’immortalità e l’altrove di Valerio Vigliaturo (Augh! Edzioni);

Stella dei volti di Lorenzo Gobbi (Castelvecchi);

Il perturbante di Giuseppe Imbrogno (Autori Riuniti);

La perseveranza di Davide Rosso (Italic Pequod);

Doctor reset di Dario Neron (Il Camaleonte edizioni);

Gandhi si è fermato a Napoli di Anna Maria Montesano (Homo Scrivens);

Il peccato armeno, ovvero la binarietà del male di Matteo Nunner (Undici Edizioni);

Sei troppo grande per capire certe cose di Anna Martinenghi (Edizioni del Gattaccio);

Uno spazio minimo di Rosalia Messina (Melville edizioni).

Per la sezione saggistica sono in finale:

Le strategie dell’oblio. Percorsi e ricorsi nel cinema italiano sulla Shoah dal 1945 al 2016 di Alessandro Izzi (Universitalia);

Donna della parola. Etty Hillesum e la scrittura che dà origine al mondo di Antonella Fimiani (Apeiron);

Artemisia e le altre. Miti e riti di rinascita della violenza di genere di Marialuisa Vallino e Valeria Montaruli (Armando editore);

Fenomenologia di Manuel Agnelli di Cristiana Boido (Dissensi);

La bambina sotto il pianoforte. Storie d’amore e di musica nella Modena di Mirella Freni, Leone Magiera e Luciano Pavarotti di Micaela Magiera (Artestampa).

 

Infine per la sezione poesia in finale sono arrivati:

Mi fido del mare di Carla De Angelis (fara editore);

Zircone di Daniel Skatar (Campanotto editore);

Sottotraccia di Alessandro Trionfetti (Ensemble);

Sconto di pena di Carla Mussi (puntoacapo editrice);

Innesti di Grazia Frisina (Nomos edizioni).

Cosa accade ora? I giurati della sezione narrativa dovranno fare un nuovo giro di schede di valutazione e rivedersi altre volte per definire la cinquina. Quanto tempo ci vorrà? Forse un giorno, una settimana, un mese, certo è che non basta una vita intera per avere lo stesso metro fatto di studio, passioni, ricerca.

Il Contropremio Carver è questa roba qui. Insomma i libri vengono letti e basta. Non guardiamo i nomi degli autori o i marchi editoriali, ma scaviamo.
“Avremmo potuto avere dopo sedici anni ben più visibilità – scrive Andrea Giannasi che del premio è il coordinatore – perché sulle nostre scrivanie di libri di autori ‘conosciuti’ o peggio ancora ‘famosi’, ne abbiamo visti molti. È che alla fine c’erano altri libri migliori e così abbiamo sempre scelto la lettura alla vetrina. Alla falsa fascetta con numeri inventati, o al nome del protagonista vip. Insomma la lettura di buoni libri senza falsare o peggio ancora ingannare il lettore. Perché, e di questo ne sono convinto, per troppi anni questi sono stati frodati, abbindolati, circuiti, su pezzi di carta che valevano meno di un pezzo di carta straccia”.
E il Contropremio ha anche la misura del proprio successo visto che negli anni sono stati premiati autori ancora non conosciuti che oggi pubblicano con editori grandi e fanno belle cose in giro per il paese.
Per questo è nato il piccolo Contropremio Carver che da sedici anni legge libri.
Infine l’ultima cosa che tutti chiederanno. Quando ci sarà l’incontro con i finalisti. Seguiranno istruzioni.