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Inviato di guerra 2.0: dal calamaio allo smartphone. I casi delle "social netwar" in Egitto e Libia
Emanuele Ballacci
COLLANE
Emanuele Ballacci
Territori 65 | p. 250 | ed. settembre 2014
Da eroe a intruso, da scomodo nemico fino a prezioso alleato. Il destino dell’inviato di guerra è sempre stato mutevole e problematico. Questo viaggio, lungo oltre un secolo e mezzo, ne ripercorre le principali fasi storiche: dal calamaio usato da William Russell nel 1853, passando per il telegrafo, la radio e la tv, fino alla Rete e al web 2.0. Con la suola delle scarpe intatta e i polpastrelli consumati. La nuova era del giornalismo di guerra è indissolubilmente legata al mondo delle nuove tecnologie: blog, social media e smartphone. Le primavere arabe in Egitto e Libia ne costituiscono il caso più recente ed emblematico, seppur con numerosi interrogativi. Le interviste agli inviati Cristiano Tinazzi, Fausto Biloslavo, Mimosa Martini e Giovanni Porzio illustrano un possibile futuro del mestiere, capace di rinnovarsi costantemente e trovare nuove vie di espressione per scrivere – o twittare – nuove pagine di storia.
Emanuele Ballacci nasce a Roma nel 1984. Appassionato lettore e curioso del mondo, si interessa alla scrittura e al giornalismo sin da bambino. Costantemente alla ricerca di nuove sfide, nel 2010 si trasferisce in Canada, a Montreal, per sei mesi. Dopo uno stage presso l’agenzia giornalistica 9Colonne, nel 2012 consegue la laurea magistrale in Editoria multimediale e nuove professioni dell’informazione presso l’Università La Sapienza di Roma. Attualmente vive a Londra, con un cassetto ricco di sogni e molte mete ancora da scoprire.
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